Di Loris Gelain.
Tutto inizia Giovedì sera presso la sede del nostro club dove ci si ritrova sempre per fare quattro chiacchiere sui voli del week end precedente e si fanno programmi sul successivo. A ridosso delle ferie decidiamo così di passare tre giorni assieme tra amici dedicati al volo chiamandoli: “i tre giorni del Condor”.
L’appuntamento è per martedì 13 agosto presso il bar la Favorita (nostra sede) per le ore 10; io (Loris), Maurizio ed Eddi (partecipanti ai tre giorni) non ci ritroviamo soli: ci sono anche altri amici e tutti assieme decidiamo di salire al M. Novegno. La giornata è promettente, cielo limpido e qualche batuffolo: arrivati in decollo a quota 1506 m ci ritroviamo con un forte vento da nord che spazza il cielo e le nostre speranze; visto il nord Sandro parte e va in cima al cucuzzolo più alto e come un tecnico delle portaerei continuava a sbracciarsi per mandarci segnali anche se a volte incomprensibili. Sceso dalla cima ci dice “troppo forte, non è giornata”. Noi più ottimisti gli diciamo “guarda, i cumuli sono più calmi” e lui “sì ma sono ancora stirati da nord”. Noi allora diciamo “guarda ci sono le rondini” e lui con sano pessimismo “sì ma volano basse”: a quel punto ci sorge spontaneo affibbiargli un soprannome che non poteva altro che essere “Brontolo”.
Finalmente dopo ore d’attesa verso le 15 il vento cala e qualche folata da sud ci permette di fare un voletto. Delusi di questa prima giornata decidiamo di tornare a casa e di riprovarci il giorno dopo; stesso luogo, stessa ora. Il Mercoledì mattina ci ritroviamo ancora più numerosi, ci sono Maurizio, Eddi, Roberto, Flavio, Alberto, Michele, Andrea e Erica addetta ai recuperi ed al controllo delle nostre sbadataggini in decollo. Oggi fortunatamente c’è un leggero venticello da sud; ci sono cumuli, non molti a dire il vero ma hanno basi a circa 2200 m ed il nord in quota sembra debole.
Il mitico furgone Ducato con a bordo tende e bagagli per i tre giorni è pronto. La giornata è buona; Eddi e Maurizio ci propongono la via verso Folgaria Panarotta per poi arrivare a Canazei; Roberto e io, unici deltasauri, siamo d’accordo. Dopo poco siamo in volo e vediamo che Flavio partito per un volo verso il M. Pasubio, torna in decollo facendovi top; più tardi sapremo che trovava la giornata troppo turbolenta e assieme agli altri ha atteso un po’ prima di ridecollare affinché il volo potesse essere più tranquillo. Eddi parte per il primo traverso direzione M.Maio prima e M.Maggio poi seguito da Roberto, Maurizio e da me. Con un po’ di difficoltà riusciamo a superare la cima del M.Maggio mentre Eddi si lanciava verso Folgaria seguendo il costone ad est sopra Fondo Piccolo; io invece seguo quello verso sud e trovo una debole termica; raggiunto da Roberto iniziamo a salire mentre vediamo Eddi e Maurizio atterrare a Fondo Piccolo; per radio avviso mia moglie Erica che i due sono atterrati e che può recuperarli. Un po’ di distrazione e Roberto era già partito per il traverso per raggiungere il Monte Cornetto. Io raggiunti i 2400m mi porto prima al Cornetto e poi su Becco di Filadonna….. un po’ di penitenza per fare quota e ad un tratto sento Roberto che mi dice “ho 2700 m vado in Panarotta”; a quel punto, non ancora raggiunti i 2500 m per non perderlo di vista , parto anch’io seguendo però un percorso diverso, sopra i laghi di Levico e Caldonazzo.
Per radio mi conferma “un gran buco” ma quando arrivo in Panarotta me lo ritrovo 200m sotto, con facilità raggiungo le cime del Fravort, il Gronlait e il Sette Selle dove assieme a degli alianti raggiungo i 2950m e attendo Roberto che però mi comunica che sta salendo con fatica. A quel punto non conoscendo bene il passaggio per saltare dentro Cavalese e non vedendo arrivare Roberto decido di costeggiare la Valsugana verso Strigno (M. Salubio). Nel frattempo Roberto raggiunte le cime decide di seguirmi: Assieme perdiamo tantissimo tanto da ritrovarci a Strigno, circa 950 m sul mare. Da terra ci raggiunge come un caccia mia moglie Erica assieme a Eddi e Maurizio e si portano a Pieve Tesino dove prevediamo di atterrare. Dopo un po’ di silenzio da parte di Roberto lo sento gridare “ce l’ho fatta! Finalmente sono riuscito a fare pipì in volo, non ne potevo proprio più”, “meno male che non mi eri sopra!” gli ho risposto. Roberto, liberato da un peso può proseguire il volo e si dirige verso il M. Cimon Rava dopo Strigno, ma trova una gran discendenza e mi comunica che ormai è stanco e va ad atterrare a Borgo Tesino, “tutto bene puoi andare avanti”. Intravedo in lontananza il M.Avena ma per raggiungerlo con tranquillità devo raggiungere il M. Coppolo e la base che è a 2300m: il sole comincia ad essere basso e sono ormai le 17.30.
Decido allora di puntare verso l’Avena e poco dopo ne raggiungo il decollo: qui ci sono dei parapendisti in volo ma vedo che non salgono molto, il costone è già in ombra come pure le vette feltrine e allora non mi resta che atterrare a Feltre. Rimango in volo ancora un po’; vorrei comunicare che atterro ma non ci riesco, così decido di atterrare e di contattare il recupero via telefono. Dopo poco arriva il mitico furgone con a bordo Roberto, Eddi e Maurizio che di questo giorno ricorderanno sicuramente i chilometri fatti a bordo del furgone, penalizzati dalla loro vela che con il “fortissimo” vento da nord che c’era anche in questa giornata non riuscivano ad avanzare. Un abbraccio a mia moglie e una stretta di mano con gli amici ferma il mio sorriso all’altezza delle orecchie. Purtroppo Roberto non si ferma con noi a dormire qui a Feltre e si fa raggiungere da figlio con cui farà rientro, “ devo tornare a casa ma se domani è una bella giornata vi raggiungo”.
Mentre mi appresto a chiudere il mio deltaplano arriva in atterraggio un certo Botte… Bottega…. Bottegal…. Dicono i ragazzi del posto sia un famoso guru e si dice anche che circa un paio di mesi fa assieme ad un certo tornado Lolli (Loris Berta) siano andati nel lontano Texas, posto arido e pieno di cumuli e termiche a volontà, per portare la pioggia e un po’ di brutto tempo a placare l’umore dei contadini del posto.
A parte gli scherzi, alla sera ci intratteniamo presso il ristorante vicino all’atterraggio con il nostro amico Bottegal dove, tra racconti e previsioni meteo per il giorno dopo, facciamo notte e chiediamo a Maurizio se ci si può fermare in atterraggio per la notte “non c’è problema”.
Ci accampiamo; Eddi e Maurizio in tenda, io ed Erica in furgone. Erica stanca per la strada fatta si addormenta subito, io invece in dormiveglia nel ripassarmi il volo odo fuori dal furgone dei grugniti “strano, cinghiali a Feltre?” ; non credevo al mio udito ed uscito dal furgone constatavo che che tutto il rumore proveniva dalla tenda. Rientro in furgone e finalmente mi abbandono a un sonno ristoratore. Il terzo giorno, dopo una colazione abbondante consumata in campo, partiamo per il decollo del Monte Avena dove però le basi basse non ci stimolano molto. Arrivati in decollo solo Eddi decide di farsi un voletto di dinamica con le basi 100 m. sopra le nostre teste ma dopo 15 minuti atterra in decollo e assieme decidiamo di finire la giornata…. con le gambe sotto il tavolo in una malga consigliataci da Maurizio, giunto da poco in decollo. Verso le 16 decidiamo di tornare a casa e passando per il decollo vediamo Maurizio assieme a degli amici, lo salutiamo e ci auguriamo di rivederlo in giornate migliori.
Anche se non siamo riusciti a volare tutti i giorni splendidamente, è stata una bell’ esperienza e la consigliamo a tutti, noi ci riproveremo l’anno prossimo sicuramente.
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